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Napoli Museo Archeologico |
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Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è il più importante museo al mondo per l’archeologia classica. Ospita la straordinaria collezione di sculture Farnese, ed altri incredibili oggetti, tra i quali si ricordano il “Mosaico di Alessandro Magno” dalla Casa del Fauno di Pompei, le argenterie rinvenute nella Casa del Menandro a Pompei,il “Vaso blu” forse rinvenuto in una tomba di Pompei, e numerosissimi affreschi dall’area vesuviana.
Le sue origini affondano nella vicenda culturale del Settecento, quando Napoli era una delle più civili città d’Italia, affollata di artisti ed intellettuali di grande spessore. Nel 1734 Carlo III di Borbone, Infante di Spagna, fu nominato re di Napoli, ed incominciò una solenne opera di ammodernamento del suo regno, facendo di Napoli un grande centro d’arte.
Nel 1738 furono avviati a Capodimonte i lavori per la costruzione di un grande museo che contenesse le collezioni Farnesiane, essendo Carlo da parte di madre un Farnese, volle che gran parte delle collezioni di libri e quadri raccolte dai suoi avi a Parma e a Roma fossero trasferite a Napoli. In quello stesso anno si avviarono a Resina gli scavi archeologici nel luogo in cui, circa trent’anni prima, il principe di Eleboeuf aveva rinvenuto il teatro dell’antica Ercolano. Nel 1748 si iniziarono gli scavi di Pompei, e dal 1750 la villa reale di Portici fu trasformata in sede di un “Museo Herculanense”, che conteneva gran parte della enorme quantità di reperti archeologici provenienti dai siti vesuviani. La Campania divenne in questo periodo la meta più importante del “Grand Tour”, e senza dubbio una delle metropoli più attive al mondo nel campo culturale.
Nel 1767 nasce il progetto di trasferire in un unico grande Museo a Napoli, sia le collezioni di Capodimonte, sia gli straordinari reperti archeologici conservati a Portici, e nel 1777 si avvia la ristrutturazione del Palazzo degli Studi, costruito su progetto di Giulio Cesare Fontana nel 1586, perché potesse ospitare un nuovo grandioso “Real Museo Borbonico”. Il progetto di ristrutturazione fu affidato a Ferdinando Fuga, e poi, dopo la sua morte, continuato da altri architetti. Nel 1787 Ferdinando IV, succeduto a Carlo III nel 1749, nonostante le proteste delle autorità papali, ordinò il trasferimento della celeberrima collezione di sculture che adornavano il Palazzo Farnese in Roma, alla città di Napoli. E’ per tale motivo che immensi capolavori rinvenuti nelle terme di Caracalla, come l’Ercole Farnese ed il gruppo marmoreo denominato Toro Farnese, sono oggi conservati nel museo archeologico di Napoli. Nel 1822 la ristrutturazione dell’edificio fu ultimata, ed una statua del Canova raffigurane il Re Ferdinando fu collocata nello scalone centrale dell’edificio, come abbellimento di quest’ultimo, ma soprattutto come celebrazione della dinastia Borbonica, cui si doveva la realizzazione di tale grande progetto.
In seguito, le collezioni del museo non hanno mai cessato di arricchirsi di reperti provenienti dagli scavi vesuviani, anche dopo l’unità d’Italia, quando diventarono parte del “Museo Archeologico Nazionale di Napoli”.
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