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Peristilio Casa del Menandro - Pompei

Ricostruzione della cucina della fullonica di Stefanus così come fu ritrovata - Pompei

Peristilio Casa del Menandro, Pompei

Grata originale di una casa pompeiana

Ricostruzione di un'insula pompeiana

Casa del Menandro, Pompei

 

DOMUS POMPEIANA - Una combinazione tra l\'antica domus italica e la casa greca


La tipica domus romana, così come testimoniato dagli scavi di Pompei, era una combinazione tra l'antica domus italica e la casa greca. A Pompei è possibile ricostruire quattro secoli di sviluppo della casa privata, a partire dall'età sannitica, quando le case comprendevano solo l'atrio intorno a cui si dislocavano le stanze, passando per il periodo delle guerre sociali, con la costruzione di veri e propri edifici con duplice impianto, uno rappresentativo e uno privato.

Circa i due terzi dell'area urbana di Pompei sono formati da abitazioni private, negozi, officine e ambienti adibiti ad alloggio.

Nel primo secolo d.C. l'aristocrazia  e i proprietari terrieri avevano grandi case, talvolta panoramiche, che arrivavano fino a 3000 mq; i piccoli commercianti, i liberti e gli artigiani, invece, avevano case di dimensioni ridotte. Qualsiasi fosse la dimensione della casa, essa rispettava precisi canoni architettonici, quasi sempre riscontrabili a Pompei. Di pianta rettangolare, priva di finestre, e generalmente a due livelli. Vi era un atrio coperto (atrium), e un cortile interno (peristilium); tra l'atrio ed il peristilio si apriva un salone di rappresentanza (tablinum), dove il padrone di casa (dominus) poteva tenere incontri d'affari. L'atrio era la parte pubblica della casa, dove il proprietario riceveva i suoi ospiti. Al centro dell'atrio vi era sempre una vasca quadrangolare (impluvium), nella quale confluiva l'acqua piovana da un'apertura nel tetto (compluvium), successivamente l'acqua piovana scorreva attraverso piccoli fori in grandi cisterne sotterranee dove veniva conservata come riserva per la casa. Nell'atrio, i romani erano soliti dedicare uno spazio al larario, un altare in cui si veneravano i Lari e i Penati, protettori della casa e della famiglia, solitamente rappresentati da statuette in legno, terracotta o cera. Il peristilio era, di solito, un giardino coltivato con fiori ed alberi da frutto, circondato da un porticato intorno al quale si aprivano camere da letto (cubicula), camere da pranzo (triclinia) e saloni (oeci).


Le abitazioni erano quasi sempre collegate a botteghe e officine che si affacciavano sulla strada. Il mobilio era scarso, e consisteva solo in letti, sedie, piccoli armadi e cassapanche per riporvi oggetti e abiti.

 


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