La città di Pompei sorge su un pianoro di formazione vulcanica a 30 metri sul livello del mare, sul versante meridionale del Vesuvio, e a breve distanza dalla foce del fiume Sarno. Puòdirsi l'unico sito archeologico che restituisce l'immagine di una città romana nella sua interezza. Si presume sia stata fondata da genti italiche, gli Osci, nel VII sec. a. C.
La città divenne presto lo sbocco marittimo e commerciale dell'entroterra campano; tutte le merci provenienti da Nocera, Acerra e Nola, arrivavano al porto di Pompei attraverso il fiume Sarno.
Nel corso del V secolo, i Sanniti, provenienti dalle zone montuose, cominciarono a conquistare gran parte della Campania unificandola sotto il loro dominio, fu allora che Pompei subì notevoli trasformazioni urbanistiche e architettoniche. In seguito alle Guerre Sannitiche, che sancirono la supremazia di Roma, Pompei entrò a far parte della sfera di influenza romana, seppur mantenendo autonomia linguistica ed istituzionale. Il dominio di Roma sul Mediterraneo favorì la circolazione delle merci e Pompei, intorno al II secolo a. C., visse un periodo di grande crescita sia a livello economico che demografico. Questo grande benessere si manifestò anche tramite lo sviluppo dell'edilizia pubblica e privata; a questo periodo risalgono il Tempio di Giove, la Basilica e la Casa del Fauno.
Allo scoppio della Guerra Sociale, nel primo decennio del primo secolo a.C., Pompei insieme a Stabiae insorse contro Roma, ma nonostante una strenua difesa la città cadde alle armate di Silla, entrando definitivamente nell'orbita romana. Secondo la cronologia fornita da Tacito, nel febbraio del 62 d. C. un terribile terremoto devastò le città di Pompei ed Ercolano, arrecando numerosi danni alle abitazioni e agli edifici pubblici. I lavori di ristrutturazione erano ancora in corso quando nel 79 d. C. la fatale eruzione del Vesuvio, seppellì completamente la città, sotto una coltre di cenere, lapilli e materiale vulcanico.
Gli scavi
Tra il 1592 e il 1600 con la costruzione del Canale del Sarno che doveva portare le acque del fiume alla vicina Torre Annunziata, si ebbero i primi ritrovamenti. Tuttavia l'inizio ufficiale degli scavi si ebbe solo nel 1748, sotto il regno di Carlo di Borbone, dieci anni dopo le prime indagini nel sottosuolo di Ercolano. Inizialmente gli scavi furono effettuati in maniera non sistematica, con il mero obiettivo di recuperare oggetti e decorazioni di pregio. Solo nel 1763, quando fu rinvenuta a Porta Ercolano un'iscrizione che ne riportava il nome, si ebbe la certezza che quei resti appartenessero alla antica Pompei e non, come alcuni ipotizzavano, a Stabia. Con il dominio francese, in pieno periodo illuministico, la ricerca fu tesa a ricostruire la topografia della città attraverso estesi scavi. Con il ritorno dei Borbone, gli scavi proseguirono sopratutto nella parte nord occidentale della città, dove ci furono ritrovamenti sensazionali come la Casa del Fauno. Con l'Unità d'Italia fu nominato soprintendente Giuseppe Fiorelli, e i lavori di scavo ebbero una svolta fondamentale. La città fu divisa in regiones ed insulae, fu introdotta la tecnica del calco che permise, versando gesso liquido nei vuoti del terreno, di fissare gli ultimi istanti di vita di uomini ed animali. Nel Novecento con Amedeo Maiuri l'estensione degli scavi raggiunse i 44 ettari, e furono realizzate numerose attrezzature per facilitare la fruizione turistica del sito. In seguito al terribile terremoto del 1980, si intensificò la catalogazione del patrimonio decorativo, ed oggi numerose equipes di scavo sia italiane che straniere finalizzarono il loro intervento alla ricerca stratigrafica.
Costume e società
La peculiarità del sito di Pompei risiede nella possibilità di ricostruire con certezza la vita ai tempi dei romani, percorrendo strade, visitando edifici pubblici e abitazioni private, entrando nei mercati, ed ammirando pitture, mosaici e gli oggetti di uso quotidiano.
Il ritmo del sole scandiva le azioni quotidiane degli abitanti dell'antica Pompei, le botteghe aprivano all'alba, ed il Foro si riempiva di viandanti e compratori, ci si recava alle terme, accessibili anche agli schiavi, e si frequentavano le taverne, numerosissime, per un pasto caldo o una partita a dadi. L'anfiteatro era l'attrazione maggiore in città, gli spettacoli divertivano, ma erano anche l'occasione per chi li finanziava di migliorare il proprio cursus honoris. Diffusissimi erano anche i lupanari, luoghi deputati al piacere sessuale, dislocati in diversi punti della città, per soddisfare sia gli abitanti che gli stranieri di passaggio. L'ambiente cosmopolita dettato dalla presenza di un attivo porto commerciale, portò alla mescolanza di diversi credi religiosi, dai culti orientali a quelli giudaici.